Io chi voglio diventare?

Di 8 Ottobre, 2015 evolve

Io sono la mia consapevolezza di me, il progetto che ho su di me e il progetto relazionale che ho verso il mondo.

Ma so chi sono? E chi voglio diventare?

Con i nostri comportamenti produciamo effetti relazionali sugli altri.
Anche quando non lo sappiamo, anche quando non ce lo dicono.

Siamo o non siamo costretti ad intuire, a supporre, ad utilizzare segnali deboli, il più delle volte debolissimi: un sopracciglio alzato, una smorfia?
E da questo poco ricaviamo l’idea che ci facciamo del nostro impatto relazionale.
Basti pensare a quanto ci preoccupa uno sbadiglio del nostro interlocutore se gli stiamo parlando…

Ma anche quando ce lo dicono (praticamente mai), raramente ci dicono cosa abbiamo fatto per risultare “così” o “cosà”.

Ci arriva l’esito finale, un aggettivo, un giudizio (praticamente sempre un giudizio…) e a noi tocca, nuovamente, supporre la correlazione fra il nostro comportamento e l’effetto prodotto.
La probabilità di prendere cantonate è altissima.
Spesso siamo apprezzati (o no) per ragioni diverse da quelle che immaginiamo.
È come se un’azienda non sapesse perché i clienti comperano (o no) i propri prodotti.

Quando è stata l’ultima volta che vi siete chiesti: “Chi voglio diventare?”

Cosa voglio che gli altri pensino e dicano di me?
Che traccia relazionale voglio lasciare al mio passaggio?

Quale direzione voglio prendere per diventare veramente ciò che sento di essere?
Cosa devo fare per produrre gli effetti che desidero?

Che progetto relazionale voglio darmi?

Non è “solo” un’esortazione.
Se bastasse dire ad una persona “dai! muoviti!” sarebbe sufficiente dirlo!
E basterebbe scrivere dei libri e riempire teatri con qualche guru.

Invece ci vuole aiuto, strumenti, condivisione.

Ci vogliono gli altri.

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